Roccavaldina tra storia e leggenda

La leggenda vuole che in origine il centro sia sorto intorno al 260 a. c. ad opera dei Romani col nome di Pagus Lavina.

 

Successivamente i Bizantini lo chiamarono Casale del Conte.

 

Nell’870 d. c. gli Arabi conquistarono il Paese e gli diedero l’appellativo di Rachal Elmerum, Campo di rifornimento (di Rometta).

 

La prima notizia storica è rilevabile dai Pontifici Diplomi, in essi si legge “L’Arcivescovo di Messina fin dalla istituzione della Diocesi - epoca della conquista normanna - elevò Rometta ad Arcipretura con vicini Casali di Roccae (Roccavaldina), Maurojannis (Valdina), San Martino, Rappani, Saponariae, Bavosae, etc……..” (1090).

 

Nel 1300, nei censi di Federico II d’Aragona, si trova un Giovanni La Rocca padrone della nuova terra.

 

Successivamente numerosi furono i signori di Rocca e Maurojanni: Perrone Gioeni, il figlio Bartolomeo e dopo questi Perrone Gioeni junior, Protonotaro del Regno, il quale se ne disfà vendendolo a Giovanni di Taranto e costui, col consenso del Re Martino, nel 1409 le permuta con Nicolò Castagna, nuovo signore della vicina Monforte e Vicerè.

 

Nel 1424 Nicolò Castagna dona La Rocca e Maurojanni alla pronipote Pina Di Nicolò, da Pina nacque Perna, che, giovanissima, sposò Federico Ventimiglia ed ebbe Margherita, che ereditò La Rocca e Maurojanni andando in sposa a Giliberto La Grua Talamanca, signore di molte terre, fra cui Bauso, Saponariae ed altre. Da costoro nascono Gaspare e Giliberto Pollicino, il primo dei quali eredita La Rocca e Maurojanni e nel 1505 lo vende al fratello Giliberto, col consenso del Vicerè.

 

Nel luglio del 1509 Giliberto Pollicino vende i possedimenti ad Andrea Valdina, nobile aragonese.

 

Il Casale rimase per secoli nelle mani dei successori di Andrea.

 

Nel 1600 con Pietro Valdina il feudo raggiunse il suo massimo splendore, il Barone Pietro nel 1623 ottenne il titolo di Marchese della Rocca e poi nel 1642 quello di Principe di Valdina, oltre al titolo di Pretore di Palermo (1637-1640).

 

Pietro sposa Anna Bosco Velasquez, dalla quale ebbe diversi figli.

 

Nel 1692 il nipote, Giovanni Valdina Vignolo, morì senza figli lasciando un testamento particolare, tutti i suoi averi dovevano essere spesi a suffragio della sua anima.

 

Dopo annose liti, nel 1703, la carica di Maestro Notaro ed il castello di Rocca passarono al cugino più prossimo, Francesco Valdina a cui succede il figlio, Giovanni Valdina Whart, che nel 1764 vendette il titolo di Marchese della Rocca a Don Camillo De Gregorio e mantenne il titolo di Barone di Roccavaldina.

 

La figlia di Giovanni Whart, Vittoria, sposa Giuseppe Martino, a Vittoria succede il figlio Tommaso Martino Valdina ed a questi i suoi due figli, Salvatore e Casimira.

 

Quest’ultima sposa Luigi Atanasio e la loro figlia Giovanna può considerarsi ultima erede della famiglia, Giovanna sposa Francesco Paolo De Spucches e, mancando eredi diretti, il titolo e la proprietà vengono ereditati dalla sorella di Francesco Paolo, Gaetana De Spucches, non senza una naturale controversia con Donna Giovanna, moglie di Francesco Paolo De Spucches.

 

Donna Gaetana De Spucches sposa nel 1868 l’avvocato Giovambattista Anastasi, a loro succede il figlio, Don Vincenzo Nastasi De Spucches, padre di Vittorio.

 

Quest’ultimo sposa Lucia De Brango ed i suoi due figli, Vincenzo e Francesca Nastasi, sono gli attuali proprietari del Castello.